Dopo tanto parlare è finalmente iniziato il 63esimo Festival della Canzona Italiana, quello in cui Fabio Fazio punta a riportare la musica al centro della manifestazione. Infatti dopo due e mezza di trasmissione avevamo ascoltato solo 8 canzoni.
La kermesse inizia con Fabio Fazio che introduce la celebrazione del bicentenasrio di Giuseppe Verdi, l’orchestra e il coro dell’Arena di Verona, diretti da Mauro Pagani, eseguono il “Va’ Pensiero”.
Fazio introduce poi la Littizzetto in carrozza, una donna che per la sua grazia e leggiadria riesce ad assassinare l’eleganza di qualsiasi vestito indossi. Il leit motiv di questa edizione sembra poi essere il pesaculismo dei presentatori, che se ne stanno seduti sui gradini per la maggior parte del tempo.
Finalmente musica, inizia Marco Mengoni. Tra le sue due canzoni passa L’essenziale. E’ Marco Alemanno, compagno di lavoro e di vita negli ultimi anni di Lucio Dalla, a proclamare la sua canzone vincente.
Tocca a Raphael Gualazzi, sempre bravo e intenso nelle sue interpretazioni, torna all’Ariston a due anni dalla vittoria tra i Giovani. Canta “Senza ritegno” e “Sai (ci basta un sogno)”. Ilaria D’Amico legge il verdetto: passa “Sai”.
Arriva Felix Baumgartner, il paracadutista austriaco che si è lanciato da 38.969,4 metri, indossa un completo confezionato con un tessuto preso da una poltrona di un cinema porno anni ’80. Dopo aver ascoltato le canzoni portate a questo festival decide che la prossima volta si lancerà senza paracadute.
Daniele Silvestri è il terzo Big a esibirsi. Canta “A bocca chiusa” e “Il bisogno d’onore (Ricatto d’onor)”. Passa la prima, proclamata da Valeria Bilello.
Simona Molinari e Peter Cincotti iniziano con “Dr. Jekyll Mr. Hyde”, lei non sembra essere al suo massimo. Cantano “La felicità”, che passa il turno. L’annuncio viene dato dalla tennista Flavia Pennetta.
E’ il momento della tanto attesa esibizione di Maurizio Crozza. Oltre mezz’ora di noia profonda, battute già sentite sui politici, imitazione di Montezemolo con battute sui “ricchi” fuori moda da almeno 20 anni.
Sono le 23.10 e dopo l’ennesimo stacco pubblicitario si torna finalmente ad ascoltare musica. E’ arrivato il momento dei Marta sui Tubi. La prima canzone è “Dispari”, la seconda “Vorrei” (VIDEO). Grandissima grinta di Giovanni Gulino. Cristina e Benedetta Parodi annunciano il brano che passa il turno, “Vorrei”.
Stefano Olivari e Federico Novaro, dichiarano alla maniera di Bob Dylan nel video di Subterranean Homesick Blues, con l’aiuto di cartelli, il loro amore e il loro desiderio di sposarsi in Italia.
Maria Nazionale è il sesto Big ad esibirsi. La vedo per la prima volta, mi ricorda molto una peripatetica che esercitava in zona Ponte dea Goba e si chiamava Maria Oseona, a modo suo anche lei era nazional popolare, se non altro nei prezzi. La cantante napoletana è fasciata in un vestito che ulula Eleganza portami via, canta “Quando non parlo” e “E’ colpa mia”, una ballata in napoletano scritta da Servillo e Mesolella degli Avion Travel. Vincenzo Montella annuncia che a passare il turno è “E’ colpa mia”.
Arriva il coro dell’Armata Rossa, che fa sempre la sua porca figura, canta L’Italiano accompagnata da Toto Cutugno, al quale con l’occasione viene assegnato un premio alla carriera che ritira dalle mani del calciatore Angelo Ogbonna.
Passata da un bel po’ la mezzanotte finalmente tocca a Chiara Galiazzo che debutta al Festival con “L’esperienza dell’amore” scritta dai Zampaglione e “Il futuro che sarà”, tra gli autori Francesco Bianconi dei Baustelle. La seconda vince proclamata tale da Stefano Tempesti.
Fine della prima serata.
Riassumendo accedono alla terza serata: “L’essenziale” di Marco Mengoni, “Sai (ci basta un sogno)” di Raphael Gualazzi, “A bocca chiusa” di Daniele Silvestri, “La felicità” di Simona Molinari e Peter Cincotti, “Vorrei” dei Marta sui Tubi, “E’ colpa mia” di Maria Nazionale e “Il futuro che sarà” di Chiara.