In rotazione radiofonica da venerdì 20 maggio 2016, La fortuna che abbiamo è il singolo inedito che anticipa La fortuna che abbiamo (Live) un grande progetto discografico di Samuele Bersani registrato onstage e disponibile a partire dal 3 giugno, a tre anni di distanza da En e Xanax.
Caratterizzata da sonorità synth ed elettroniche con le chitarre in prima linea, la canzone è musicalmente differente dalle precedenti di Bersani, ma resta fedele al suo stile nel testo, fatto di immaginario surreale, metafore e visione: Come in un flusso di coscienza, in un dialogo interiore, c’è un fitto rincorrersi tra due persone che, ritrovate dopo molto tempo, si mettono in discussione e i sentimenti negativi alla fine si trasformano in un’emozione costruttiva. “Voglio spremere il tubetto fino in fondo / la fortuna che abbiamo / ridipingere /con un colore più intenso, meno opaco / e finalmente indelebile”.
L’album, Due CD, un DVD, oltre 2 ore di canzoni riprese dal vivo, un ospite d’eccezione come Dario Argento, un’orchestra sinfonica con oltre 40 Maestri, arricchito ulteriormente da duetti magici, ironici e affascinanti con artisti del calibro di Marco Mengoni (Il Pescatore di Asterischi), Luca Carboni (Canzone), Caparezza (Chicco e Spillo), Carmen Consoli (Giudizi Universali), Pacifico (Le mie parole, Le storie che non conosci), Musica Nuda (Come due somari) e Gnu Quartet. Le tracce sono tratte dai due grandi concerti che l’artista ha tenuto la scorsa primavera a Roma (“Plurale Unico”) e Milano (“Canzoni per legni, corde e ottoni”).
Il testo di La fortuna che abbiamo in download su iTunes
Volevo essere come quei pop corn che non scoppiano quando stanno sul fuoco
Ma io avevo sottovalutato la pericolosità di un petardo inesploso
Eccomi al lavoro qui davanti alla tela di un quadro incompiuto
con un punteruolo intento a distruggerlo anche se l’ho venduto
C’è chi tiene degli inutili trofei dritti sopra a un ripiano
e se li lucida personalmente
C’è chi invece sente di non avere preso parte a nulla di che
e questo è
Voglio spremere il tubetto fino in fondo la fortuna che abbiamo
ridipingere con un colore più intenso meno opaco e finalmente indelebile
Tu che mi propagavi le onde e mi chiedevi “ma ti piace il surf”
cosa sei diventata? un oceano fatto per i piedi di un grande acrobata
o una fontana svuotata?
Disponi dei miei atomi e serviti pure se hai sete davvero
non prenderti il bicchiere bevi come le piante che credono nel cielo
Quanti passi per venire dove sei? non lo dico a nessuno
io sono timida ma tu sei molto abile a stanarmi
e a fare uscire sempre troppo di me e questo è
Resto ferma sopra il ponte levatoio che si è appena abbassato
e non so ancora se tornare indietro da sola un’altra volta
oppure attraversarlo con te
Se correre in discesa fa paura quando manca l’aderenza
puoi prendermi le braccia e immaginare siano freni di emergenza
C’è chi tiene degli inutili trofei dritti sopra a un ripiano
e se li lucida personalmente
C’è chi invece sente di non avere dato agli altri nulla di se
e questo è
Voglio spremere il tubetto fino in fondo la fortuna che abbiamo
ridipingere con un colore più intenso meno opaco e finalmente indelebile