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7 vizi Capitale – Sigla Suburra – Piotta feat. Il Muro Del Canto – Con Testo

Prequel dell’omonimo film del 2015 ispirato dal romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, Suburra – La serie è una serie televisiva italiana, la prima, prodotta da Netflix, distribuita il 6 ottobre 2017. I dieci episodi sono diretti da Michele Placido, Andrea Molaioli e Giuseppe Capotondi.

Il titolo della canzone scelta per la sigla finale si intitola 7 vizi capitale ed è del rapper romano Piotta in collaborazione con Il Muro del Canto. La versione Suburra Radio Edit è contenuta nell’EP omonimo che oltre a 7 vizi Capitale (feat. Il Muro Del Canto) [Suburra Radio Edit] contiene anche Roma calling (feat. Rancore, DJ Myke), 7 vizi Capitale (feat. Il Muro Del Canto), 7 vizi Capitale (feat. Il Muro Del Canto) in versione strumentale.

La versione originale di 7 vizi capitale è contenuta nell’album Nemici, pubblicato il 14 aprile 2015.

Il testo di 7 vizi Capitale (feat. Il Muro Del Canto) [Suburra Radio Edit] Piotta – in download su iTunes o Amazon

Nord, Sud, Ovest, Est, Roma è
così grande che di notte ti prende, ti inghiotte
fotte la mente
un gigante che tu culla tra le urla che non sente
ti compra, ti vende, ti innalza, ti stende,
ti usa se serve, ti premia, ti perde
chi parte, chi scende, chi bluffa, scala
fredda come all’artico Sahara
dentro alle coperte tue, questa notte che te non ci sei
nuda come a Roma ed è così che ti vorrei
che dal mare ripercorre il cielo come l’acqua e il fiume
che paure non ne hai… avute mai
donne come lei che mi lega le sue corde
tese? di andare con candele accese
nere come il Sanpietrino, bianchi come il marmo
come gocce di rugiada che riflettono il mio sguardo

Roma cruda, Roma cruda
Roma cruda

Nuda come la bellezza grande come Roma
Santa e dissoluta Roma ama e non perdona
Roma ti divora come un barracuda
Roma nuda, nuda, nuda,
nuda come la bellezza grande come Roma
Santa e dissoluta Roma ama e non perdona
Roma ti divora come un barracuda
Roma nuda, nuda, nuda,

Levante, ponente, maestrale, scirocco
le rose, i venti, le spine un rintocco
mi blocco, tramonto, palazzi fino al mare
sette vizi capitale, sembra di affogare
nel bianco e nero di un ricordo che non m’appartiene
in mezzo a canti di sirene, (ferme?) come iene
dove sete di vendetta veste sete su misura
Roma benedetta a volte Cristo a volte Giuda
Roma barbara e cultura, dna complesso
Roma è così che fa, seduce dall’ingresso
triste come un tango, tra l’oro e il fango
Roma è un passo a due volteggiando sull’asfalto
Roma è un volto stanco, di Madonna con le lacrime
gelosa, invadente, custode d’anime
curiosa, indolente, infedele, preghiera
Roma mani infami dentro l’acqua santiera

Nuda come la bellezza grande come Roma
Santa e dissoluta Roma ama e non perdona
Roma ti divora come un barracuda
Roma nuda, nuda, nuda,
nuda come la bellezza grande come Roma
Santa e dissoluta Roma ama e non perdona
Roma ti divora come un barracuda
Roma nuda, nuda, nuda,

Roma cruda, Roma cruda
Roma cruda
Roma cruda, Roma cruda
Roma cruda

Nuda come Roma, grande come la bellezza
na madre premurosa, che te mena e t’accarezza
lavoratore stanco, pezzo grosso, bandito
vorresti esser tu stanotte er figlio preferito
ma sei come a tutti l’altri, vacce stanche alla fermata
occhi bassi, mani in tasca, a ripensà alla tua giornata
tutto ciò che c’hai, te lo sei dovuto sudare
zero privilegi stile mafia capitale
quelli che c’hai intorno, alla vita gli hanno dato un prezzo
er compenso giornaliero per consumarse pezzo a pezzo
poi alzi l’occhi vedi Roma
e chi vive davero sta città, ritrova il senso a tutto
e non se ne vo più annà, non se ne vo più annà, non se ne vo più annà


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