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Frigobar – Franco 126 – Con Testo

Pubblicata il 10 ottobre 2018, Frigobar è una canzone del rapper e cantautore romano Federico Bertollini, in arte Franco126. Si tratta del suo primo brano da solista dopo il grande successo di Polaroid, in coppia con Carl Brave.

Il testo di Frigobar – disponibile su iTunes o su Amazon

Va sempre alla stessa maniera
Con te che sbatti la portiera
E ti allontani dandomi la schiena
E sto solo questa sera
Che mi sopporto a malapena
Lancio i vestiti a caso su una sedia
Resto in attesa
È una bottiglia aperta, ma ‘sto vino non disseta
La tele sempre accesa
Scorrono i titoli di coda di qualche telenovela
E io scuoto la testa, nego l’evidenza
Abbiamo perso il treno e pure la coincidenza
Vabbè pazienza, non ha importanza, no

La pioggia bussa contro il finestrino
E noi a discutere di niente fino a far mattino
Ricordi, appannavamo i vetri col respiro
Te ne vai di già?
Le foglie morte otturano il tombino
E come al solito mi contraddico di continuo
Ripeto che faccio soltanto un altro giro e svuoto il frigobar

Vabbè, dai, poco importa
Solo un’altra giornata storta
Se va così non è né mia né tua la colpa
E lo so vuoi una risposta
E io vorrei dire qualcosa
Ma le parole mi muoiono in bocca
Ma forse è inevitabile
E ci sta posto solo in un passo carrabile
Ho messo il piede in una di queste pozzanghere
Le nuvole impigliate tra antenne e parabole
E su ‘sta strada solo passi falsi
Solo ritardi, sbagli e birre Weiss
Se ho fatto tardi resto ad aspettarti
E non ho altri programmi
E non ho altri programmi

La pioggia bussa contro il finestrino
E noi a discutere di niente fino a far mattino
Ricordi, appannavamo i vetri col respiro
Te ne vai di già?
Le foglie morte otturano il tombino
E come al solito mi contraddico di continuo
Ripeto che faccio soltanto un altro giro e svuoto il frigobar

Oramai guido senza meta e penso ai fatti miei
Gli occhi fissi sul guardrail
Come mai non so che è successo?
Forse ho perso un frame, non saprei

La pioggia bussa contro il finestrino
E noi a discutere di niente fino a far mattino
Ricordi, appannavamo i vetri col respiro
Te ne vai di già?
Le foglie morte otturano il tombino
E come al solito mi contraddico di continuo
Ripeto che faccio soltanto un altro giro e svuoto il frigobar


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