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La quattordicesima domenica del tempo ordinario – Colonna Sonora Film

La quattordicesima domenica del tempo ordinario è un film diretto da Pupi Avati. In uscita nei cinema in Italia giovedì 4 maggio 2023.

La trama

Bologna, anni 70. Marzio, Samuele e Sandra sono giovanissimi e ognuno ha un suo sogno da realizzare. La musica, la moda, o forse la carriera. I due ragazzi, amici per la pelle, fondano il gruppo musicale I Leggenda e sognano il successo. Sandra è un fiore di bellezza e aspira a diventare indossatrice. Qualche anno dopo, nella quattordicesima domenica del tempo ordinario, Marzio sposa Sandra mentre Samuele suona l’organo.

Quella ‘quattordicesima domenica’ diventa il titolo di una loro canzone, la sola da loro incisa, la sola ad essere diffusa da qualche radio locale. Poi un giorno di quei meravigliosi anni novanta in cui tutto sembra loro possibile, si appalesa all’improvviso la burrasca, un vento contrario e ostile che tutto spazza via. Li ritroviamo 35 anni dopo. Cosa è stato delle loro vite, dei loro rapporti? Ma soprattutto cosa ne è stato dei loro sogni?

Il cast

La colonna sonora del film La quattordicesima domenica del tempo ordinario

Le musiche originali del film sono di Sergio Cammariere e Lucio Gregoretti. “La quattordicesima domenica” è anche il titolo della canzone incisa da I Leggenda, brano originale scritto dallo stesso regista Pupi Avati e da Sergio Cammariere. Al momento nessun album è stato distribuito con le musiche originali del film.

Sergio Cammariere: «Lavorare con Pupi è stata un’esperienza fondamentale di crescita umana e professionale. Ci siamo conosciuti anni fa in via Margutta, aveva letto alcune mie dichiarazioni su un quotidiano dove alla domanda “con chi avresti voluto collaborare tra i grandi maestri del cinema”, avevo risposto che sognavo di scrivere una colonna sonora per Pupi Avati. Quel giorno il maestro mi disse che aveva letto quell’articolo e che non era un caso che ci fossimo incontrati. Prima di lasciarci promise che mi avrebbe cercato qualora ne avesse avuto bisogno, che aveva un’idea in mente da sviluppare. Due anni fa ricevetti la telefonata di Pupi, mi parlò di questo nuovo progetto cinematografico, della canzone che poi è diventata il tema principale del film.

All’inizio gli ho proposto alcune melodie che comprendevano il titolo “la quattordicesima domenica”, poi, dopo l’uscita di Dante, cominciò il nostro rapporto telefonico ed epistolare. Dopo vari tentativi, la svolta è arrivata con la prima quartina di Pupi, che si presentava con un endecasillabo e un quinario: ovunque nella stanza ci son sogni non realizzati… s’involano lontano nel silenzio terre remote…. Era quello che aspettavo, è stato l’incipit per farmi creare una melodia aderente alla metrica dettata da Pupi e nello scambio di mail, tra frasi poetiche e mp3 progressivi in un paio di settimane abbiamo chiuso il componimento lirico ed è nata una canzone, struggente e allo stesso tempo evocativa, che ricorda per certi versi Luigi Tenco».

Lucio Gregoretti: «La quattordicesima domenica del tempo ordinario è il quinto film di Pupi Avati per il quale ho avuto il piacere di comporre musica. Anche questa volta ho avuto conferma del fatto che in questo mestiere non c’è nulla di scontato, e che commetto sempre lo stesso errore. L’errore consiste nel pensare che la consuetudine renda il lavoro via via più semplice man mano che si va avanti nella collaborazione attraverso i vari film, ma non è così. O almeno non lo è con i grandi maestri come Avati per i quali ogni nuovo lavoro è una nuova avventura nella quale bisogna inventare tutto da capo, una nuova sfida nella quale non esistono abitudini o cliché. E ancor più insolito è il fatto di aver collaborato con un altro grande artista e cioè Sergio Cammariere, che non avevo mai incontrato prima, e con il quale la collaborazione è stata fluida e spontanea come se avessimo lavorato insieme da sempre. La composizione è stata come sempre impegnativa e laboriosa, ma più che mai piacevole, e alla fine abbiamo trovato delle soluzioni musicali che ci sono sembrate riuscite. Mi auguro che lo saranno anche per gli ascoltatori».


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