Mio Fratello – Biagio Antonacci – Con Testo e Significato
In rotazione da venerdì 6 aprile 2018, Mio Fratello è una canzone di Biagio Antonacci estratta da Dediche e Manie, suo quattordicesimo album in studio pubblicato il 10 novembre 2017. Il brano vede la partecipazione di Mario Incudine, giovane esponente della musica popolare siciliana che duetta con lui nel dialetto della sua regione utilizzando la storica tecnica del cunto.
Il significato della canzone: Mio Fratello è una storia universale: la storia di una e mille famiglie, in cui un fratello si perde e l’altro resiste nell’attesa di vederlo tornare. Quando questo ritorna e bussa alla porta, la certezza del perdono è così forte da scacciare via il passato. Il brano è quindi la metafora di una festa, perché quando si perdona qualcuno è sempre un giorno felice, che prelude al cambiamento e che elimina ogni dolore. La storia di due fratelli siciliani che si ritrovano: un nuovo incontro e un nuovo inizio. I protagonisti del video, fratelli nel cast e nella vita, parlano a tutti e per tutti quei fratelli e quelle sorelle che la vita ha portato a smarrirsi, a smettere di ricordarsi e di comunicarsi chi sono.
Il video è girato a Roma nell’azienda agricola Alpa, la regia di Gabriele Muccino e vede, in tema con la canzone, la partecipazione straordinaria di Giuseppe e Rosario Fiorello per la prima volta insieme.
Il testo di Mio Fratello – in download su Amazon o iTunes
Mio fratello era forte ribelle e più bello di me
Avevamo una donna in comune e una macchina in tre
Mi faceva conoscere gente che poi malediva
Mi parlava di stati sovrani e di nuove famiglie
Mio fratello rubava le sedie per stare più su
Mi diceva che tanta fortuna sarebbe arrivata
In un piccolo pezzo di terra mio padre pregava
Lo guardava negli occhi e temeva di averlo capito
Salvo l’uomo che bussa alla mia porta
Salvo l’uomo che canta alla finestra
Salvo l’uomo che scrive
Salvo l’uomo che ride
Salvo l’uomo e sarà un giorno di festa
Mai più mai più mai più mai più dolor
Mio fratello un bel giorno è sparito
E non ha ringraziato
C’è mia madre che ancora lo aspetta per l’ora di cena
Lui non era cattivo ma aveva un destino scolpito
Non lo cerco perché se lo trovo lo ammazzo da me
Salvo l’uomo che bussa alla mia porta
Salvo l’uomo che canta alla finestra
Salvo l’uomo che scrive
Salvo l’uomo che ride
Salvo l’uomo e sarà un giorno di festa
Mai più mai più mai più mai più dolor
Tu ça talii a mia pensa a taliari a tia
Lassami campari nuddu mi po’ giudicari
Tu ça talii a mia pensa a taliari a tia
Lassami cantari chista è sulu na canzuni
Calatili tutti li occhi se vi truvati davanti a li specchi
Ca tuttu chiddu ca nun si pò ammucciari
Agghiorna come la luci do suli
Tira la petra cu è senza piccatu
Nun c’è cunnanna nun c’è cunnannatu
Haiu vistu lu munnu vutatu
La pecura zoppa assicuta lu lupu
Salvo l’uomo che bussa alla mia porta
Salvo l’uomo che canta alla finestra
Salvo l’uomo che scrive
Salvo l’uomo che ride
Salvo l’uomo e sarà un giorno di festa
Mai più mai più mai più mai più dolor
Mai più mai più mai più mai più dolor
In effetti mi pare invece molto diversa dalle solite canzoni d’amore di Biagio Antonacci. Poi l’intervento di Mario Incudine la valorizza sicuramente… Rosario e Beppe Fiorello (fratelli) rendono realisticamente concreta la tematica. Ma la mano di Muccino ne fa un piccolo capolavoro cinematografico…
Tu che guardi me (in questo caso, che mi giudichi..la strofa resta identica in tutti i passaggi) pensa a quello che fai tu.
Lasciami vivere nessuno mi può giudicare.
Lasciami cantare questa è solo una canzone (in realtà, in questa voglia di cantare c’è un desiderio di rivalsa e di sfogo).
Abbassate tutti lo sguardo quando vi trovate d’avandi lo specchio. ( Non siete in grado di giudicarvi onestamente neanche voi stessi e per questo abbassate lo sguardo).
Che tutto quello che non si può nascondere.
Si manifesta la mattina come la luce del sole.
Tiri la pietra!(un immagine evocativa biblica) chi è senza peccato.
Non c’è condanna, non vi è condannato. ( Non mi permetto di giudicare le vostre azioni, ne le codanno).
Ho visto il mondo al contrario/capovolto/sottosopra (l’autore fa capire le ingiustizie subite con questa frase).
La pecora zoppa rincorrere il lupo (il più debole sopraffare il più forte).
Io mi chiamo Alessandro spero di esservi stato d’aiuto. Siciliano della provincia di Catania.
Assicuta lu lupu sarebbe scaccia il lupo. .giusto?
Ci sarebbe voluta la traduzione del testo cantato in siciliano…non credi? non pensi ? ne convieni?
meravigliosa come tutte le canzoni d Biagio