I ragazzi stanno bene – Negrita – Testo Sanremo 2019
I ragazzi stanno bene è il titolo della canzone che i Negrita ha portato in concorso al Festival di Sanremo 2019, condotto da Claudio Baglioni, che ne è anche il direttore artistico, affiancato da Claudio Bisio e Virginia Raffaele. I negrita torniamo al Festival dopo 16 anni, la loro prima e unica partecipazione risale al 2003.
I ragazzi stanno bene insieme ad altri due inediti: Andalusia e Adesso basta, è inserita in I ragazzi stanno bene 1994-2019, raccolta disponibile a partire dall’8 febbraio 2019 che celebra i 25 anni del gruppo attualmente composto da Paolo “Pau” Bruni – voce, chitarra, armonica a bocca, Enrico “Drigo” Salvi – chitarra solista, Cesare “Mac” Petricich – chitarra ritmica, Giacomo Rossetti – basso, Guglielmo Ridolfo Gagliano – pianoforte, tastiera, violoncello, Cristiano Dalla Pellegrina – batteria.
Il testo di I ragazzi stanno bene – disponibile per il download digitale su Amazon o su iTunes
Tengo il passo sul mio tempo concentrato come un pugile
Sarà il peso del mio karma o la mia fortitudine
Con in mano una chitarra e un mazzo di fiori distorti
Per far pace con il mondo dei confini e passaporti
Dei fantasmi sulle barche e di barche senza un porto
Come vuole un comandante a cui conviene il gioco sporco
Dove camminiamo tutti con la testa ormai piegata
E le dita su uno schermo che ci riempie la giornata
Ma non mi va di raccogliere i miei anni dalla cenere
Voglio un sogno da sognare e voglio ridere
Non mi va, non ho tempo per brillare voglio esplodere
Ché la vita è una poesia di storie uniche
E poi trovarsi qui sempre più confusi e soli
Tanto ormai non c’è più tempo che per essere crudeli
E intanto vai, vai che andiamo dentro queste notti di stelle
Con il cuore stretto in mano e con i tagli sulla pelle
Ma i ragazzi sono in strada, i ragazzi stanno bene
Non ascoltano i consigli e hanno il fuoco nelle vene
Scaleranno le montagne e ammireranno la pianura
Che cos’è la libertà? Io credo: è non aver più paura
Di piangere stasera, di sciuparvi l’atmosfera
E di somigliare a quelli come me
Non mi va di lasciarmi abbandonare
Di dovermi abituare, di dovermi accontentare
Sopra di noi la gravità
Di un cielo che non ha pietà
Pezzi di vita che non vuoi perdere
Giorni di festa e altri da lacrime
Ma ho visto l’alba e mette i brividi, i brividi