Franco Califano – Io non piango – Testo e Significato
Io non piango è una canzone del 1977 di Franco Califano, inserita nell’album Tac…! Una versione riarrangiata, molto suggestiva, cantata da una voce femminile è stata inserita nella prima stagione della serie Netflix Suburræterna.
Il significato
la canzone è dedicata all’amico poeta e cantautore Piero Ciampi che, tra l’altro, ha collaborato nella scrittura della parte musicale del brano insieme a Frank Del Giudice. Ciampi viveva un momento critico della sua carriera e fu, probabilmente, quella situazione tra declinio artistico, solitudine, abbandono e malattia ad ispirare Franco per questa struggente canzone. Piero Ciampi morì nel 1980 e, quindi, tre anni dopo la pubblicazione del brano.
Califano, ha dichiarato sia di averlo dedicato all’amico Piero ma anche di averlo scritto pensando al padre Salvatore, componente dell’Esercito Italiano, morto prematuramente quando Franco era ancora un ragazzo. Ricordando queste persone, Califano, si rappresenta in modo apparentemente freddo verso la morte di una persona, sia essa per cause naturali o per suicidio, o verso lo scoppio di una guerra ma si mostra sensibile verso ciò che provoca tali situazioni ovvero la solitudine, l’abbandono, l’indifferenza del mondo e la cattiveria degli uomini. Rispetto a queste cose, Califano, riesce a versare lacrime vere cosa che, invece, evita di fare constatando la fine annunciata di destini già scritti. [via | www.marcoliberti.it]
Ascolta Io non piango
Su youtube sono disponibili diversi audio della canzone caricati da diversi utenti. L’album Tac…! è disponibile su tutte le piattaforme di streaming online, inclusa amazon.
Il testo di Io non piango
Io nun piango pe’ quarcuno che more
Non l’ho fatto manco pe ‘n genitore
Che morenno m’ha ‘nsegnato a pensare
Non lo faccio per un altro che more
Io nun piango quanno scoppia ‘na guera
Er coraggio de’ l’eroi stesi in tera
Io lo premio co’ du’ fiori de serra
Ma nun piango quanno scoppia ‘na guera
Io piango quanno casco nello sguardo
De’ ‘n cane vagabondo perché
Ce somijamo in modo assurdo
Semo due soli al monno
Me perdo in quell’occhi senza nome
Che cercano padrone
Su quella faccia de malinconia
Che chiede compagnia
Io nun piango quanno ‘n omo s’ammazza
Il suo sangue nun me fa tenerezza
Manco se allagasse tutta ‘na piazza
Io non piango quanno ‘n omo s’ammazza
Ma piango, io piango sulle nostre vite
Due vite violentate
A noi, risposte mai ne abbiamo date
Ecco perché la sete
Io piango, su tutto er tempo che ce resta
E me ce sento male
Domani se non sbajo è la tua festa
La prima senza viole
Semo due soli ar mondo
Io piango, su tutto er tempo che ce resta
E me ce sento male
Domani se non sbajo è la tua festa
La prima senza viole
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